Un Week end ricco di emozioni e sensazioni, scoprire questa città e il suo territorio, vi lasceranno un indimenticabile ricordo, sopra tutto per chi proviene dalle grandi città o da zone di montagna, qui troveranno: tranquillità, pace, arte e architettura a non finire.
Una città fatta per essere vissuta appieno, dove si alternano monumenti di varie epoche e tipologia, ricca d’interessanti musei e opere d’arte.
Spaziare poi nella provincia vi darà ulteriori sensazioni, la piatta, ordinata e fertile campagna ferrarese (buona parte opera di bonifica delle valli) dove l’occhio può spaziare all’infinito e scoprire antiche cascine, alcune adibite ad agriturismo dove degustare i prodotti tipici di questa terra come i salumi e le conserve di frutta e verdura locale prodotti come una volta.
Le vaste distese di campi coltivati a mele, pere (IGP), pesche (IGP), angurie, asparagi, radicchio, meloni, le risaie che produco pregiatissime qualità di riso, solo per citare qualche prodotto tipico.
Verrete anche rapiti dalla bontà della cucina del territorio, ottimi primi piatti come: i cappellacci di zucca, cappelletti, tagliatelle, il pasticcio alla Ferrarese (d'antichissima origine), le carni di maiale con le quali si preparano i tipici salumi Ferraresi come la salama da Sugo (la cui storia si perde nella notte dei tempi, o la zia Ferrarese per citare i più importanti), e d’animali da cortile sapientemente cotti alla brace, la cacciagione, il tipico pane Ferrarese “la Ciupeta” o Coppia Ferrarese, dolci come il Pampepato, la Tenerina, la classica ciambella locale, i poco noti ma squisiti “Mandurlin dal Pont”.
Il vostro Week end sarà oltremodo piacevole, per gli occhi, per lo spirito e per il palato.
Dove alloggerete: In un elegante e confortevole Hotel 3 stelle sup. in zona residenziale commerciale della città. Completamente rinnovato e gestito con una formula innovativa, ma che garantisce, massima libertà, comfort e il miglior rapporto qualità prezzo.
L'hotel dispone di ampie a confortevoli camere modernamente arredate e equipaggiate di ogni comfort. Dispone di ricevimento, bar, ristorante, bici a disposizione dei clienti, Wi-Fi, parcheggio privato, fermata autobus a 300 metri. Dista dal centro circa un 1,5 KM.
Disponiamo di numerose strutture di tutte le tipologie e categorie. Il vostro promotore di fiducia è a disposizione per offrirvi la soluzione più consona alle vostre esigenze.
LE MOSTRE: De Chirico a Ferrara 1915 – 1918 Pittura metafisica e avanguardie europee - 14 novembre 2015 – 28 febbraio 2016
«Iper originale», secondo Salvador Dalí, commovente fino alle lacrime nelle parole di René Magritte: la pittura di Giorgio de Chirico ha conquistato alcuni tra i più grandi artisti surrealisti e ha esercitato uno straordinario ascendente sull’arte del Novecento. De Chirico è stato il geniale inventore della pittura metafisica, una delle più importanti correnti artistiche della modernità, grazie alla quale gli enigmi che percorrono l’esistenza prendono forma attraverso atmosfere sospese e pervase di inquietudine.
A segnare un cambiamento radicale nell’opera di De Chirico fu l’arrivo a Ferrara nel 1915, quando, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, lasciò Parigi e per tre anni e mezzo soggiornò nella città estense per prestare servizio militare. Travolto da un’ondata di emozione di fronte alla bellezza e ai miti rinascimentali della città emiliana, De Chirico dipinse un mondo irreale popolato di meraviglie: piazze fuori dal tempo immerse in tramonti fantastici o stanze segrete dalle prospettive vertiginose fanno da sfondo agli oggetti enigmatici scoperti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o diventano il palcoscenico su cui recitano manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Fu a Ferrara che l’artista conobbe Carlo Carrà e iniziò a chiamare la propria pittura “metafisica”, e furono proprio i quadri qui concepiti, vere e proprie icone della modernità, a esercitare una profonda influenza sia sulla coeva arte italiana, sia su movimenti internazionali come il dadaismo, il surrealismo e la Nuova Oggettività.
In occasione del centenario dell’arrivo di De Chirico nella città estense, Palazzo dei Diamanti celebrerà con una grande mostra questo momento vitale della storia dell’arte del XX secolo. A un importante nucleo di dipinti realizzati da De Chirico negli anni ferraresi, faranno eco le composizioni ispirate alla pittura metafisica di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis e alcuni dei capolavori dei più grandi artisti delle avanguardie europee, da Raoul Hausmann a George Grosz, da René Magritte a Salvador Dalí fino a Max Ernst, i quali rimasero affascinati dal suo stile unico e dalla capacità di mostrare nelle tele il mistero impenetrabile delle cose. Mostra a cura di Paolo Baldacci e Gerd Roos, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie Stuttgart.
L'arte per l'arte -il castello estense ospita Boldini e De Pisis - 31 gennaio 2015 a data da destinarsi.
Dal 31 gennaio 2015 nella splendida cornice del Castello Estense saranno allestiti alcuni dei capolavori di Giovanni Boldini e Filippo de Pisis, i due pittori ferraresi che furono protagonisti della scena artistica internazionale tra Otto e Novecento.
Non una mostra ma un allestimento semi temporaneo, che intende riconsegnare al pubblico parte del patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea rimasto celato in seguito al terremoto del 2012 e, al tempo stesso, restituire attraverso due percorsi monografici un intenso ritratto delle personalità artistiche dei maestri ferraresi.
Il percorso espositivo si aprirà con dipinti e opere su carta di Giovanni Boldini, una delle figure di spicco del rinnovamento della pittura italiana e internazionale, prima nella Firenze macchiaiola e poi nella Parigi degli impressionisti. Alcuni capolavori daranno risalto al suo ruolo di indiscusso protagonista della Belle Époque: icone della sua ritrattistica come il Ritratto del piccolo Subercaseaux, Fuoco d’artificio, la Passeggiata al Bois de Boulogne o La signora in rosa, ma anche interni d’atelier, nature morte e vedute.
Il genio di Filippo de Pisis sarà invece protagonista della seconda parte della mostra. La parabola creativa dell’artista sarà raccontata grazie alle opere che sono entrate a far parte della raccolta ferrarese soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta. Dalle nature morte marine che segnano l’assimilazione della pittura metafisica e la nascita di un linguaggio più personale agli esiti della sua “stenografia pittorica” di cui sono un formidabile esempio le vedute parigine; dalle penetranti effigi maschili come il Ritratto di Allegro fino ai lirici, commoventi capolavori della maturità quali La rosa nella bottiglia e Natura morta con calamaio.
Eleganti ritratti di protagoniste della Belle Epoque tra sale rinascimentali fastosamente decorate, camerini segreti che fanno da scrigno a paesaggi e nature morte pulsanti di emozioni. A partire dal 31 gennaio, al Castello Estense di Ferrara sarà possibile ammirare una galleria di capolavori di Boldini e De Pisis selezionati dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari: il monumento simbolo della città farà così da cornice alle opere di due grandi artisti ferraresi, tra i protagonisti della scena internazionale tra Otto e Novecento.
La città estense conserva le più ricche collezioni di opere di Boldini e De Pisis: questi tesori sono rimasti celati in seguito al terremoto del 2012 e torneranno accessibili al pubblico grazie all’allestimento nelle sale del Castello previsto fino alla riapertura dei musei a Palazzo Massari.
Nel sontuoso appartamento di rappresentanza al piano nobile si svilupperà un racconto per immagini dell’intero percorso boldiniano, attraverso una vasta selezione di dipinti e opere su carta: dalle prime prove eseguite a Firenze accanto ai macchiaioli, ritratti che hanno l’immediatezza della pagina di un diario, alle brillanti invenzioni che evocano le atmosfere della vita moderna nella Parigi degli impressionisti, fino alle icone della pittura boldiniana, effigi di aristocratiche quali la contessa de Leusse o Madame Lydig, quando Boldini si era ormai imposto come interprete incontestato del ritratto della Belle Epoque.
Nei celebri Camerini di Alfonso I, aperti per questa occasione, il testimone passa a De Pisis, altro più giovane ferrarese attivo sul palcoscenico parigino. Il percorso restituisce un intenso ritratto della personalità artistica depisisiana, a partire dalle testimonianze del periodo giovanile, dense di memorie, sogni e speranze alla vigilia del trasferimento a Parigi, per concentrarsi poi sulle creazioni della maturità, quando l’artista ha assimilato il ricordo di De Chirico e della pittura metafisica e plasma un linguaggio del tutto personale, trascrizione pittorica delle emozioni vissute nella Ville lumière.
A chiudere il cerchio saranno infine le opere dell’ultima stagione in cui la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale.
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